Porre fine a tutte le forme di detenzione arbitraria: un’analisi del Rapporto 2023 presentato al Consiglio dei diritti umani dall’omonimo Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite
Approfondimento n. 10/2023
Il 31 luglio 2023 è stato pubblicato un nuovo Rapporto del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria (A/HRC/54/51) che esamina le seguenti questioni tematiche: (a) la detenzione arbitraria e le leggi sulla diffusione della disinformazione; (b) la detenzione arbitraria e la pandemia di coronavirus (COVID-19); e (c) la privazione della libertà dei difensori dei diritti umani in campo ambientale.
Il Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria è stato istituito dalla Commissione dei diritti umani con la risoluzione 1991/42. Ad esso è stato affidato il compito di esaminare i casi di presunta privazione arbitraria della libertà secondo gli standard stabiliti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dagli strumenti internazionali pertinenti accettati dagli Stati interessati. Il gruppo è posto attualmente sotto la competenza del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite e ha il compito di investigare casi di detenzione arbitraria, nonché situazioni in cui le condizioni in un Paese generano preoccupazione per la diffusa tendenza all’utilizzo di detenzioni arbitrarie. È un organo composto da esperti indipendenti dei diritti umani che monitorano e approfondiscono casi di arresto e detenzione arbitraria. Quest’ultimi si riferiscono all’imprigionamento o alla detenzione di un individuo da parte di uno Stato senza rispettare i principi giuridici che giustificano la possibilità di restringere le libertà di un individuo. Si tratta di arresto e privazione della libertà di una persona al di fuori dei limiti delle leggi nazionalmente riconosciute o degli standard internazionali.
La detenzione può essere illegale senza essere arbitraria e viceversa. L’illegalità significa semplicemente che la legge non è stata rispettata, mentre l’arbitrarietà si riferisce alla natura inappropriata, ingiusta, imprevedibile o sproporzionata della detenzione. La detenzione arbitraria, inoltre, espone la vittima a ulteriori violazioni dei diritti umani, in quanto essa è privata dei mezzi per difendersi da esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate, torture e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Il Gruppo di lavoro ha in primo luogo affrontato numerosi casi di privazione arbitraria della libertà imposti per limitare la diffusione della disinformazione. Numeri che probabilmente aumenteranno anche a causa del crescente utilizzo dei social media e di altre risorse Internet. Ha destato particolare preoccupazione, infatti, la tendenza di alcuni governi a perseguire i media e i giornalisti con l’accusa di aver diffuso informazioni false. Sebbene non esista una definizione universalmente accettata di disinformazione, il gruppo di lavoro aderisce alla definizione utilizzata dal Relatore speciale sulla promozione e tutela del diritto alla libertà di opinione e di espressione, Irene Khan, secondo cui la disinformazione è un’informazione falsa diffusa intenzionalmente con la finalità di causare gravi danni sociali. Questa si differenzia dalla cd. “misinformation” che si riferisce sempre ad una forma di disinformazione, ma consiste in una diffusione inconsapevole di informazioni false, pertanto, in assenza di dolo. Quest’ultima, secondo il gruppo di esperti, non dovrebbe mai costituire motivo di detenzione.
Il Gruppo ha evidenziato quindi che gli Stati dovrebbero astenersi dall’utilizzare le leggi anti-disinformazione per perseguire penalmente gli individui per la diffusione di informazioni nel corso del proprio lavoro, come già aveva dichiarato nei pareri n. 11/2021 e n. 75/2021 sulla detenzione arbitraria di giornalisti in materia di leggi anti-disinformazione. La disinformazione può rappresentare una minaccia per i diritti umani e le istituzioni democratiche, come già evidenziato dal Consiglio dei diritti umani nella risoluzione 49/21 del 2022 e dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione 76/227 dello stesso anno. Tuttavia, la detenzione arbitraria non può essere la risposta a tale problematica poiché la limitazione della libertà personale non si può basare su leggi ingiuste o violare i principi di non discriminazione.
Il Gruppo di lavoro ha poi riscontrato, in un numero significativo di casi, gravi violazioni del diritto a un giusto processo a causa delle restrizioni legate alla pandemia da COVID-19 del 2020. Tale emergenza sanitaria ha infatti comportato l’adozione di misure straordinarie per proteggere la salute pubblica. Sono stati individuati numerosi casi di detenzione arbitraria legati ad attività di denuncia in relazione alla pandemia, in cui gli individui sono stati detenuti arbitrariamente per aver esercitato le loro libertà fondamentali, come i diritti alla libertà di espressione e alla libertà di riunione. Alcune delle misure sono state utilizzate anche per detenere individui per motivi discriminatori. Pur riconoscendo la natura senza precedenti della pandemia da COVID-19 e la necessità di misure di emergenza sanitaria pubblica per combatterla, il gruppo di lavoro ha sottolineato che il divieto di detenzione arbitraria, previsto dall’art. 9 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, è assoluto e universale e le misure adottate dai governi devono essere proporzionate e non possono essere utilizzate come pretesto per limitare la libertà di opinione o di espressione. Infatti, il potere di detenere persone durante le emergenze sanitarie non può essere utilizzato per mettere a tacere i difensori dei diritti umani, i giornalisti, i membri dell’opposizione politica, i leader religiosi, gli operatori sanitari, o qualsiasi persona che esprima dissenso o critica nei suoi confronti.
Il Gruppo di lavoro ha inoltre rivolto la propria attenzione ad alcuni casi di detenzione arbitraria di difensori dei diritti umani. In particolare, ha rilevato un aumento dell’utilizzo della detenzione arbitraria nei confronti dei difensori dei diritti ambientali ossia coloro che in modo pacifico cercano di proteggere e promuovere i diritti umani relativi all’ambiente. Tale posizione riprende quella che veniva già espressa nel 2016 dal Relatore speciale, Michel Forst, sulla situazione dei difensori dei diritti umani che aveva denunciato i crescenti rischi affrontati dai difensori ambientali, tra cui minacce, molestie, intimidazioni, arresti arbitrari, detenzione e persino morte. Infatti, i recenti sviluppi riguardanti l’ambiente hanno evidenziato come i diritti umani e il diritto a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile siano interdipendenti e interconnessi, e che quest’ultimo è alla base dell’effettiva realizzazione di numerosi diritti fondamentali. Il Gruppo di lavoro ha quindi esortato gli Stati ad adottare tutte le misure necessarie per consentire ai difensori dei diritti umani ambientali di partecipare ad attività legate alla protezione e alla promozione di questi. I difensori ambientalisti dei diritti umani indigeni, in particolare, sperimentano tassi più elevati di criminalizzazione e aggressione mentre sono impegnati nella difesa dei loro diritti contro l’accaparramento di terre, il commercio industriale di legname e progetti di sviluppo su larga scala.
Il documento presentato dal gruppo di lavoro si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte all’attenzione di tutti gli Stati. Queste, da un lato, evidenziano la necessità che gli Stati cooperino maggiormente con le attività del Gruppo di lavoro. Dall’altro lato, esortano i governi a intraprendere le misure necessarie per garantire il rilascio delle persone detenute arbitrariamente e il loro diritto a compensazioni e riparazioni. Inoltre, in esse è presente un all’appello espresso dall’Alto Commissario per i diritti umani, il 4 gennaio 2023, a porre fine una volta per tutte ad ogni forma di detenzione arbitraria.
Diletta Marrazzo
Studentessa del Master in Tutela Internazionale dei diritti umani “Maria Rita Saulle”
Materiali e link utili
A/HRC/54/51 United Nations, General Assembly Human Rights Council, Fifty-fourth session, Promotion and protection of all human rights, civil, political, economic, social and cultural rights, including the right to development, 2023: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G23/144/26/PDF/G2314426.pdf?OpenElement
Working Group on Arbitrary detention: https://www.ohchr.org/en/special-procedures/wg-arbitrary-detention
Report of the Working Group on Arbitrary Detention: https://reliefweb.int/report/world/report-working-group-arbitrary-detention-ahrc5451-enarruzu
A Guide to the International Human Rights System. Working Group on Arbitrary Detention: https://co-guide.info/mechanism/working-group-arbitrary-detention
UDHR75 in Action: End arbitrary detention, 2023: https://www.ohchr.org/en/statements/2023/01/udhr75-action-end-arbitrary-detention
Mandate of the working group on arbitrary detention: https://ijrcenter.org/un-special-procedures/working-group-on-arbitrary-detention/
A/77/287 Report of the Secretary-General, countering disinformation for the promotion and protection of human rights and fundamental freedoms, 2022: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N22/459/24/PDF/N2245924.pdf?OpenElement
A/HRC/30/37 Report of the Working Group on Arbitrary Detention United Nations Basic Principles and Guidelines on Remedies and Procedures on the Right of Anyone Deprived of Their Liberty to Bring Proceedings Before a Court, 2015: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G15/149/09/PDF/G1514909.pdf?OpenElement
A/HRC/46/35/Add.2 Report of the Special Rapporteur on the situation of human rights defenders, Michel Forst 2020: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G20/353/29/PDF/G2035329.pdf?OpenElement
A/71/281, Situation of human rights defenders Note by the Secretary-General, 2016: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N16/247/09/PDF/N1624709.pdf?OpenElement