La progressiva affermazione dei diritti di informazione, partecipazione e giustizia in materia ambientale in America latina
Regional Agreement on Access to Information, Public Participation and Justice in Environmental Matters in Latin America and the Caribbean
Approfondimento n. 1/2018
L’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia costituiscono l’architrave portante dei sistemi atti a garantire un’effettiva tutela dell’ambiente.
Sin dal 1992, il Principio 10 della Dichiarazione adottata durante la Conferenza di Rio de Janeiro ha sancito che il miglior modo per trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutte le persone interessate ai processi decisionali, a tutti i livelli, garantendo a ciascun individuo un adeguato accesso alle informazioni in possesso delle pubbliche autorità, comprese le informazioni relative alle sostanze e attività pericolose. In base a tale principio, gli Stati devono inoltre assicurare un accesso effettivo ai procedimenti giudiziari e amministrativi, compresi i mezzi di ricorso e di indennizzo.
Il processo di consolidamento di tali concetti in obblighi è iniziato nel 1998 con la conclusione, nell’ambito della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), della Convenzione di Aarhus. L’importanza di tale Convenzione va oltre la sua portata giuridica – che comunque non è limitata ai soli membri dell’UNECE in quanto prevede la possibilità di adesione anche per altri Stati – perché rappresenta un modello virtuoso in relazione alla partecipazione delle popolazioni ai processi decisionali che le riguardano.
L’Accordo regionale sull’accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica e la giustizia in materia ambientale in America latina e nei Caraibi, adottata a Escazú (Costa Rica) il 4 marzo 2018, riaffermando la specificità del regionalismo latinoamericano e il valore della cooperazione regionale nel perseguimento dello sviluppo sostenibile, sancisce l’obbligo delle Parti di garantire l’accesso alle informazioni in materia ambientale (Art. 5), disciplinando nella stessa disposizione anche i motivi per cui uno Stato può negare tale accesso, da interpretare in modo restrittivo. L’Art. 6 stabilisce che ciascuno Stato parte deve creare un sistema informativo ambientale, che contenga informazioni regolamentarie, scientifiche, tecniche e di governance relative al settore ambientale, completando idealmente le disposizioni procedurali sull’accesso alle singole informazioni. Gli artt. 7 e 8 disciplinano rispettivamente, in modo dettagliato, i meccanismi di partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.
È importante rilevare come la Convenzione di Escazú, adottata nell’ambito della Commissione economica per l’America latina e i Caraibi (ECLAC), sia il primo strumento giuridico vincolante ad includere una specifica norma sui difensori dei diritti umani in campo ambientale, obbligando gli Stati parti a garantire, proteggere e promuovere i diritti e le libertà fondamentali di tali attivisti, proprio in una area del mondo in cui molto spesso si verificano attacchi e intimidazioni ai loro danni.
Gianfranco Gabriele Nucera
Assegnista di ricerca in Diritto internazionale