Il parere della Corte internazionale di giustizia nel caso Legal Consequences of the Separation of the Chagos Archipelago from Mauritius in 1965
Approfondimento n. 19./2019
Il 25 febbraio 2019 la Corte internazionale di giustizia ha reso il parere sul Legal Consequences of the Separation of the Chagos Archipelago from Mauritius in 1965,richiesto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione 71/292 adottata il 22 giugno 2017. La Corte era chiamata a rispondere a due quesiti: “Was the process of decolonization of Mauritius lawfully completed when Mauritius was granted independence in 1968, following the separation of the Chagos Archipelago from Mauritius and having regard to international law, including obligations reflected in General Assembly resolutions 1514 (XV) of 14 December 1960, 2066 (XX) of 16 December 1965, 2232 (XXI) of 20 December 1966 and 2357 (XXII) of 19 December 1967?”; “What are the consequences under international law, including obligations reflected in the above-mentioned resolutions, arising from the continued administration by the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland of the Chagos Archipelago, including with respect to the inability of Mauritius to implement a programme for the resettlement on the Chagos Archipelago of its nationals, in particular those of Chagossian origin?”.
Il parere della Corte ripercorre le origini della vicenda che risalgono al 1965, quando il Regno Unito separò dal territorio di Mauritius l’Arcipelago delle isole Chagos costituendo il Territorio britannico dell’Oceano Indiano (British Indian Ocean Territory BIOT). Gli abitanti furono deportati a Mauritius e alle Seychelles e fu accordata agli Stati Uniti la possibilità di installare una base militare a Diego Garcia. Nel 1968 Mauritius ottenne l’indipendenza dal Regno Unito e, partire dagli anni ’80, ha ripetutamente protestato contro la situazione creata dal Regno Unito nell’Arcipelago qualificandola come una violazione del diritto internazionale ed in particolare del principio di autodeterminazione. Queste azioni non hanno, però, prodotto conseguenze; al contrario, nel 2016 l’accordo che regola i rapporti tra Regno Unito e Stati Uniti in merito alla base militare è stato prorogato fino al 2036.
Nel parere, approvato con 13 voti favorevoli e solo uno contrario, la Corte ha rilevato che l’adozione della risoluzione 1514 (XV) è stata un elemento chiave nel consolidamento della prassi statale in materia di decolonizzazione. La risoluzione ha chiarito il contenuto e la portata del diritto all’autodeterminazione creando una chiara relazione con il processo di decolonizzazione. La Corte rileva che, al momento del distacco dell’Arcipelago, il principio di autodeterminazione si era già cristallizzato come norma consuetudinaria. Infatti, la risoluzione 1514 (XV) seppur sia formalmente una raccomandazione, secondo la Corte, ha un carattere dichiarativo in merito al diritto all’autodeterminazione come norma consuetudinaria.
Nel parere la Corte non riporta alcuna prova delle sue conclusioni, ma afferma che in nessun caso, in seguito all’adozione della risoluzione 1514 (XV), l’Assemblea Generale o qualsiasi altro organo delle Nazioni Unite ha considerato lecito il distacco di una parte di un territorio non autonomo, allo scopo di mantenerlo sotto il suo dominio coloniale. Inoltre, la Corte ha affermato che gli Stati hanno costantemente sottolineato che il rispetto dell’integrità territoriale di un territorio non autonomo è un elemento chiave dell’esercizio del diritto all’autodeterminazione ai sensi del diritto internazionale. Il distacco di una parte di un territorio non autonomo, a meno che non sia basato sulla volontà liberamente espressa e genuina della popolazione del territorio in questione, è contrario al diritto all’autodeterminazione.
Rilevata l’illeicità del processo di decolonizzazione di Mauritius, la Corte ha poi risposto al secondo quesito posto dall’Assemblea Generale sulle conseguenze derivanti dal diritto internazionale. La Corte ha rilevato che l’amministrazione continuata del Regno Unito dell’Arcipelago di Chagos costituisce un atto illecito di carattere continuativo che implica la sua responsabilità internazionale per la violazione del diritto all’autodeterminazione da cui discendono obblighi erga omnes.
Pierfrancesco Breccia
Dottore di ricerca in Ordine internazionale e diritti umani