L’impatto della crisi economico-finanziaria sulla sicurezza alimentare e il diritto al cibo in Argentina

Report of the Special Rapporteur on the right to food

Approfondimento n. 35/2019                                                                                                                                                                                                                                                                                    

In occasione della sua missione in Argentina, Hilal Elver – Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione – ha verificato lo stato della produzione agroindustriale e del settore agroalimentare nazionale attraverso un confronto diretto con le principali autorità nazionali e provinciali del Paese e diversi incontri con esponenti delle comunità locali e della società civile argentina, che hanno permesso alla Special Rapporteur di ricostruire il quadro socio-economico e giuridico relativo al diritto all’alimentazione in un paese seriamente colpito dalla crisi economica e finanziaria del 2018.

Le visite sul campo realizzate nel corso del settembre 2018 in diverse regioni della Repubblica Argentina – dalla Gran La Plata all’isola di Maciel – hanno mostrato una situazione di grave necessità e costante peggioramento delle condizioni di vita degli abitanti, soprattutto a fronte di un sempre più difficile accesso ai mezzi di sussistenza, chiaro ostacolo al godimento di diritti umani fondamentali, quale il diritto ad un’alimentazione adeguata. 

La forte pressione sulla moneta nazionale (il peso argentino) e la consistente riduzione della produzione agricola seguita ai lunghi periodi di siccità, hanno avuto un impatto decisivo e immediato sul diritto all’alimentazione e l’accesso al cibo per la popolazione.

La forte inflazione e la contestuale contrazione del potere d’acquisto che hanno colpito il Paese latinoamericano a partire dall’estate 2018, uniti all’aumento dei prezzi dei prodotti agro-alimentari, hanno infatti determinato una situazione di crescente insicurezza alimentare che ha colpito anzitutto le fasce più vulnerabili, tra cui contadini senza terra, lavoratori agricoli, migranti e popoli indigeni, costringendo buona parte della popolazione argentina a ricorrere alle mense popolari e a dipendere in modo sempre più massiccio dal sistema di assistenza e previdenza sociale.

Nonostante Buenos Aires si sia dimostrata piuttosto attiva nei settori agricolo e alimentare, con l’implementazione di numerose leggi e politiche rilevanti in materia, non esiste ancora una tutela costituzionale esplicita del diritto ad un’alimentazione adeguata per tutti, che è stata invece fortemente auspicata dalla Special Rapporteur al termine della sua visita di fact-finding nel Paese.

Ad incidere negativamente sulla disponibilità e l’accesso al cibo  – piante e animali da caccia – sono intervenuti anche fenomeni quali lo sfruttamento eccessivo del suolo, il degrado delle terre coltivabili destinate alla produzione di soia (il principale prodotto d’esportazione, che rappresenta una fonte essenziale di entrate per il governo) e le opere di disboscamento che hanno danneggiato, in primo luogo, le tribù indigene locali, spesso costrette a migrare in piccoli centri urbani dove, vittime di una discriminazione sistematica, vivono ancora oggi in condizioni di malnutrizione estrema.

A subire gli effetti dannosi di questa situazione di crescente insicurezza alimentare associata, non solo alla rapida crescita economica in atto nel Paese, ma anche alle conseguenze dei cambiamenti climatici, sono stati soprattutto anziani, donne, disabili e bambini che hanno visto così compromesso il loro accesso al cibo e il godimento di altri diritti umani fondamentali, come il diritto alla salute.

L’attuale situazione economico-ambientale e sociale della Repubblica argentina, risulta quindi in contrasto con il disposto convenzionale di numerosi accordi internazionali (tra cui il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione sui diritti del fanciullo, la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne) secondo i quali cibo di qualità, nutriente e sano, dovrebbe essere fisicamente accessibile a tutti.

A fronte dell’abbondanza di risorse naturali e di un settore agricolo particolarmente produttivo e sviluppato, l’Argentina, a detta della Relatrice Speciale Hilal Elver, dovrebbe essere in grado di garantire autosufficienza e ampia diponibilità di cibo alla propria popolazione grazie ad un settore agricolo maggiormente diversificato e a un parallelo bilanciamento tra il sistema di produzione agro-industriale e quello agro-ecologico.

Al fine di assicurare la sovranità alimentare, il governo argentino dovrebbe altresì impegnarsi maggiormente nella protezione e promozione dell’agricoltura familiare, responsabile della produzione di buona parte della frutta e degli ortaggi consumati nel Paese, nonché implementare i regolamenti ambientali già esistenti posti a tutela della salute umana, cercando di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto il diritto di ogni essere umano di vivere libero dalla fame, che impediscono l’eguaglianza tra i cittadini nell’accesso a un’alimentazione adeguata e ai mezzi per procurarsela con dignità, e che compromenttono il pieno il sviluppo della persona umana e la partecipazione effettiva di tutti gli individui all’organizzazione politica, economica e sociale.

Marta Panaiotti

Tutor del Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani

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