Alcune considerazioni circa l’importanza degli spazi pubblici nell’esercizio dei diritti culturali

Report of the Special Rapporteur in the field of cultural rights, July 2019

Approfondimento n. 42/2019                                                                                                                                                                                                                                                                                

Dall’istituzione del mandato relativo ai diritti culturali nel 2009, i titolari di quest’ultimo hanno sviluppato una definizione funzionale di tali diritti. Questi diritti proteggono in particolare: (i) la creatività umana in tutta le sue diverse forme; (ii) la libertà di scegliere, esprimere e sviluppare la propria identità; (iii) i diritti degli individui e dei gruppi di partecipare o meno alla vita culturale da loro scelta; (iv) il diritto di interagire e di avere scambi, indipendentemente dall’appartenenza al gruppo e dalle frontiere; (v) il diritto di dedicarsi alle arti, alla conoscenza, al patrimonio culturale ed a quello degli altri e di avervi liberamente accesso; e (vi) i diritti di partecipare alla definizione e all’attuazione delle politiche e delle decisioni che influiscono sull’esercizio dei diritti culturali di un individuo.

Il rapporto ricorda che i diritti culturali si basano su numerose disposizioni internazionali, tra cui l’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e l’articolo 15 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, che garantiscono a tutti, senza discriminazioni, il diritto di partecipare alla vita culturale, nonché la libertà indispensabile alla ricerca e alle attività creative. Tali diritti sono menzionati anche negli articoli 18, 19, 21 e 27 del già menzionato Patto internazionale sui diritti civili e politici, nonché nelle disposizioni di tutela dei diritti di specifiche categorie di persone, quali donne e bambini, persone con disabilità, minoranze, popolazioni indigene e migranti.

            L’obiettivo del mandato non è quello di proteggere la cultura o il patrimonio culturale di per se, ma piuttosto di creare le condizioni che consentano a tutti di avere accesso, di partecipare e di contribuire alla vita culturale in una modalità in continua evoluzione.

Lo Special Rapporteu rutilizza il termine “spazi pubblici”, nella sua forma plurale, per sottolineare la pluralità e la diversità di tali spazi e dei loro modi di utilizzo, come nel caso del cyberspazio. 
Nella sua relazione, sottolinea che gli spazi pubblici sono vettori della realizzazione dei diritti della persona. Il loro quadro regolamentare dovrebbe essere applicato alla progettazione, allo sviluppo e alla gestione degli spazi pubblici in contesti urbani, rurali, naturali e nel cyberspazio. D’altra parte, poiché tali diritti dipendono dalla disponibilità di adeguati spazi pubblici, devono essere anche interpretati come la necessità di un pieno godimento dei suddetti spazi idonei per l’intera popolazione, senza discriminazione. Tale diritto di accesso e di godimento deve essere fondato su determinate disposizioni in materia di diritti della persona, quali i diritti civili, culturali, economici, politici e sociali come ad esempio il diritto di partecipare alla vita culturale e alle libertà di espressione, assemblea, associazione, e religione.

Inoltre, le autorità locali sono responsabili nel garantire la natura collettiva e partecipativa degli spazi pubblici. In tal senso, devono incoraggiare la creazione e la riqualificazione di tali spazi nell’ottica della qualità, dell’uguaglianza, dell’inclusione e dell’accessibilità.

Gli spazi pubblici devono rimanere luoghi di incontro, di scambio culturale, di coesione sociale, di diversità e di godimento di tutti i diritti della persona. Lo Special Rapporteur sottolinea che le esigenze dei specifici gruppi, come le donne, le persone con disabilità, i senza tetto e le difficoltà specifiche che tali individui possono incontrare nell’esercizio dei loro diritti, dovrebbero essere poste al centro dell’attenzione. Conseguentemente, la società civile e la comunità in generale dovrebbero essere consultate nella progettazione di tali spazi.

Per concludere, l’esistenza di spazi pubblici adeguati e accessibili che possono essere condivisi dall’intera popolazione in un’ottica di uguaglianza e dignità è un prerequisito per il rispetto dei diritti della persona, compresi i diritti culturali. In effetti, l’uso degli spazi pubblici rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta per la dignità e l’uguaglianza, nonché per migliorare la visibilità delle rivendicazioni dei diritti umani di coloro che sono vittime di discriminazione e violenza in considerazione del loro orientamento sessuale o identità di genere. 

Pertanto, le autorità dovrebbero: a) discutere maggiormente sugli spazi pubblici e sul diritto di tutti ad accederci liberamente; b) adottare misure per rendere tali spazi più accoglienti; e c) offrire maggiori opportunità di interazione sociale.

Anne-Sophie Martin

Dottoressa di ricerca in Diritto pubblico, comparato e internazionale

PDF icon Report of the Special Rapporteur in the field of Cultural Rights (A_74_255).pdf