Il Rapporto del Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Eritrea
Report of the Special Rapporteur on the situation of human rights in Eritrea
Approfondimento n. 29/2019
Durante la 41esima sessione del Consiglio dei diritti umani è stato esaminato il rapporto del Relatore speciale, Daniela Kravetz, sulla situazione dei diritti umani in Eritrea. Il Relatore speciale ha evidenziato che durante il periodo in esame non gli è stato garantito accesso nel paese per effettuare visite e, quindi, il Rapporto si basa sul monitoraggio della situazione dei diritti umani attraverso missioni sul campo in altri paesi e raccolta di informazioni. Nonostante l’incontro con i rappresentanti del governo eritreo a margine della sessione del Consiglio dei diritti umani nel marzo del 2019, il Relatore speciale ha richiamato l’attenzione sull’atteggiamento delle autorità dimostratosi contrario a cooperare con il suo mandato su questioni sostanziali e a concederle l’accesso nel paese.
Il Relatore speciale ha rilevato che nel periodo di riferimento del Rapporto si sono verificati significativi sviluppi nel Corno d’Africa. Da quando è stata firmata la Joint Declaration of Peace and Friendshiptra l’Eritrea e l’Etiopia nel luglio 2018, i due paesi hanno continuato a lavorare per migliorare i loro legami diplomatici e hanno rafforzato i loro sforzi per raggiungere una pace duratura. L’Eritrea ha anche rafforzato le sue relazioni con Gibuti e la Somalia e funzionari eritrei hanno partecipato agli sforzi per consolidare l’integrazione regionale e aumentare i legami economici nella più ampia regione dell’Africa orientale.
Nel 2019 l’Eritrea, ora membro del Consiglio dei diritti umani, ha partecipato al terzo ciclo della universal periodic reviewe ha presentato un rapporto nazionale (A/HRC /WG.6/32/ERI/1). Tale situazione volta ad una maggiore attenzione alla tutela dei diritti umani e stabilità nella regione poteva rappresentare il momento migliore per mettere in atto riforme politiche e istituzionali. Tuttavia, il Relatore speciale ha rilevato che a questo nuovo clima politico le autorità eritree non hanno fatto corrispondere ancora un processo di riforme interne e la promozione e protezione dei diritti umani è stata disattesa.
Oltre alla segnalazione di una maggiore tutela dei diritti di espressione, associazione e libertà religiosa, nel Rapporto si richiede una riforma del servizio nazionale/militare. Nonostante la fine delle ostilità con l’Etiopia, l’Eritrea continua a portare avanti questa politica di reclutamento di natura involontaria e di durata illimitata. Le funzioni svolte nell’ambito di questo servizio nazionale/militare riguardano tutti i settori della società eritrea, comprese le istituzioni pubbliche come scuole e ospedali, nonché nelle costruzioni, lavori nelle miniere e nel settore privato. Il Relatore speciale ha osservato che questa politica rimane uno dei principali motivi della migrazione dall’Eritrea.
Lo slancio positivo per la pace e la sicurezza nella regione ha creato aspettative nella comunità internazionale, e in Eritrea, che il governo avrebbe potuto implementare attraverso più ampie riforme politiche e istituzionali. Tuttavia, il Rapporto evidenzia che in materia di diritti umani rimangono carenze importanti permangono. Nella sua relazione, il Relatore speciale ha formulato diverse raccomandazioni per azioni immediate che il governo dell’Eritrea potrebbe adottare per rafforzare la fiducia nel suo dichiarato impegno a promuovere e proteggere i diritti umani. Questi includono il rilascio di tutte le categorie di persone detenute arbitrariamente e illegalmente e la revoca dell’accesso e delle restrizioni di movimento per le agenzie internazionali che operano o che desiderano operare nel paese. Per questo motivo, Il Consiglio dei diritti umani ha deciso di prorogare il mandato del Relatore speciale per continuare a valutare e riferire sulla situazione dei diritti umani.
Pierfrancesco Breccia
Dottore di ricerca in Diritto internazionale