Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite riconosce il trattamento inumano dei prigionieri di guerra ucraini da parte della Federazione Russa
Approfondimento n. 8/2024
Nel marzo del 2022, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha istituito la Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta sull’Ucraina, composta da tre esperti in materia di diritti umani (Erik Møse, Pablo de Greiff e Vrinda Grover), affidandole il mandato di “investigate all alleged violations and abuses of human rights and violations of international humanitarian law, and related crimes in the context of the aggression against Ukraine by the Russian Federation […]” (A/HRC/RES/49/1). Con la risoluzione A/HRC/RES/52/32 (adottata il 4 aprile 2023 con 28 voti favorevoli, 17 astenuti e i voti contrari di Cina ed Eritrea), oltre ad estendere di un anno il mandato conferito alla Commissione, inizialmente di durata annuale, il Consiglio ha invitato la Commissione a presentare il rapporto finale dell’inchiesta in occasione della 55° sessione del Consiglio. Di conseguenza, lo scorso 18 marzo 2024, la Commissione ha portato all’attenzione del Consiglio il rapporto contenente gli elementi emersi nel corso del suo secondo mandato (A/HRC/55/66).
Quest’ultimo rapporto, oggetto del presente approfondimento, evidenzia le violazioni dei diritti umani subite dai prigionieri di guerra (“prisoners of war”, POW) nel contesto del conflitto russo-ucraino, mettendo in luce l’uso sistematico da parte dei soldati russi di pratiche contrarie ai principi fondamentali sanciti dal diritto internazionale umanitario. Nel complesso, il rapporto ha consentito di porre l’attenzione sull’insieme degli abusi perpetrati in modo violento e sistematico dalla Federazione Russa nei confronti dei prigionieri di guerra di nazionalità ucraina, compresi episodi di torture e trattamenti inumani e degradanti, in aperta violazione delle principali disposizioni della Terza Convenzione di Ginevra del 1949 relativa al trattamento dei prigionieri di guerra.
Secondo le testimonianze raccolte dai funzionari internazionali membri della Commissione di inchiesta, i soldati in regime di custodia carceraria hanno subito in maniera reiterata maltrattamenti fisici e psicologici, tra cui percosse, scosse elettriche e privazioni dei bisogni fisici essenziali, al punto che un detenuto intervistato ha dichiarato: “i lost any hope and will to live…I was bleeding, but those animals were laughing and ordering me to stand up” (punto n. 64). Preme osservare che tali condotte non rispettino il disposto dell’art. 13 della Terza Convenzione di Ginevra, in particolare nel punto in cui stabilisce che “i prigionieri di guerra devono parimenti essere sempre protetti specialmente contro gli atti di violenza o d’intimidazione, contro gli insulti e la pubblica curiosità”.
Un ulteriore aspetto di particolare interesse che emerge dal rapporto riguarda il fatto che gli strumenti di tortura siano utilizzati non soltanto in funzione di extrema ratio punitiva per l’inosservanza dei codici di condotta carceraria, ma anche come strumenti di intimidazione e annientamento della dignità, con l’obiettivo deliberato di disumanizzare la figura del prigioniero. A questo proposito, il rapporto riporta l’affermazione del capo del Servizio penitenziario federale russo, che, rivolgendosi a un detenuto, avrebbe dichiarato: “nazis aren’t humans…work harshly and with no pity” (punto n.71).
Le testimonianze raccolte dalla Commissione rilevano che i POW siano stati trattenuti in condizioni detentive estremamente precarie, nonché privati dell’accesso ai servizi essenziali. In numerose strutture di isolamento, infatti, i prigionieri sono stati esposti a carenze alimentari forzate e alla mancanza quasi totale di cure mediche, nonché a condizioni igienico-sanitarie inadeguate per i parametri minimi imposti dalla comunità internazionale. Su quest’aspetto, la Commissione ha denunciato che molti detenuti, spinti dal bisogno di cibo, sono stati costretti a nutrirsi di scarti e altre materie organiche: “victims reported deep suffering from hunger and resorted to eating worms, soap, paper and remnants of dog food, leading to a sharp decline in body weight” (punto n. 68).
Un altro elemento particolarmente significativo a cui il rapporto presta attenzione attiene alla gerarchia militare della Federazione Russa. Sulla questione, la Commissione d’inchiesta ha accertato che il sistema di comando favorisca i soprusi ai danni dei POW, anziché svolgere una funzione di deterrenza e controllo capillare dei soldati subordinati. In tal senso, il rapporto ha raccomandato alla Russia di stabilire un sistema di monitoraggio più serrato delle catene di comando militare, interrompere immediatamente ogni forma di abuso e garantire il rispetto delle norme internazionali, in modo tale che “all perpetrators, in particular commanders and other superiors, are held accountable” (punto n. 106).
Il rapporto riporta in maniera puntuale anche i luoghi in cui le violazioni sono state effettuate, avvalorando così la rilevanza probatoria dei materiali censiti dalla Commissione d’inchiesta e circoscrivendo le responsabilità in capo ai rappresentanti militari della Federazione Russa nei territori citati: “the Commission previously found that Russian authorities had committed torture in seven provinces of Ukraine and in the Russian Federation. It has continued to gather evidence of widespread and systematic use of torture by Russian authorities, in both Ukraine and the Russian Federation. The Commission has documented additional cases in Kherson, Kyiv, Mykolaiv and Zaporizhzhia Provinces of Ukraine and in Belgorod, Kursk and Tula Provinces of the Russian Federation.” (punto n.58).
È opportuno considerare, in conclusione, che le violazioni documentate dal rapporto non rappresentino un insieme di episodi isolati, bensì siano espressione di una strategia sistematica, ritenuta dai soldati di nazionalità russa come normale prassi di comportamento in tempo di guerra. Tuttavia, è doveroso ricordare che, sebbene il rapporto abbia avanzato raccomandazioni cruciali sotto il profilo della protezione dei diritti umani dei POW, come la cessazione immediata degli abusi e l’imputazione dei responsabili, oltre che la previsione di un equo risarcimento per le vittime, il documento non è giuridicamente vincolante. Ciò limita la sua efficacia nel garantire una risposta immediata e concreta allo scopo di interrompere gli abusi emersi nell’indagine. Per tali ragioni, è necessario prevedere l’applicazione di ulteriori misure coercitive vincolanti da parte degli organismi internazionali preposti alla tutela dei prigionieri di guerra, accompagnati da nuovi strumenti di rilevazione delle violazioni che permettano di ridurre i tempi di intervento.
Ciò nonostante, il rapporto si caratterizza come un importante strumento di enforcement a disposizione del decisore politico.
È essenziale, infine, per amplificare la portata del documento, che l’assistenza psicologica e clinica sia una componente centrale nella risposta al problema esposto in questo approfondimento, allo scopo di ripristinare il benessere e la dignità dei prigionieri di guerra, garantendo loro il diritto alla protezione e al trattamento umano, in osservanza della Convenzione di Ginevra, che rappresenta sul tema lo strumento normativo di riferimento. È evidente, dunque, che la garanzia dei diritti dei POW non debba sussistere solo a livello teorico, bensì tradursi in azioni concrete e tempestive da parte degli organismi competenti, affinché la sofferenza e le impunità inflitte vengano limitate.
Federico Cortese
Studente del Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani “Maria Rita Saulle”.
Link e materiali utili:
A/HCR/RES/55/66 Report of the Independent International Commission of Inquiry on Ukraine –https://documents.un.org/doc/undoc/gen/g24/037/31/pdf/g2403731.pdf
United Nation, Human Rights office of the High Commissioner, Treatment of prisoners of war and update on the human rights situation in Ukraine, 31 August 2024 – https://www.ohchr.org/sites/default/files/documents/countries/ukraine/2024/Ukraine-OHCHR-40th-periodic-report.pdf
United Nation, Human Rights office of the High Commissioner, Report on the human rights situation in Ukraine,31 July 2023 – https://reliefweb.int/report/ukraine/report-human-rights-situation-ukraine-1-february-31-july-2023
United Nation, Human Rights office of the High Commissioner, Treatment of prisoners of war and persons hors de combat in the context of the armed attack by the Russian Federation against Ukraine, 24 March 2023 – https://www.ohchr.org/sites/default/files/documents/countries/ukraine/2023/23-03-24-Ukraine-thematic-report-POWs-ENG.pdf
United Nation, Regional Information Centre for Western Europe, Oral update on the situation of human rights in Ukraine, 30 March 2022 – https://unric.org/it/consiglio-dei-diritti-umani-aggiornamento-orale-sulla-situazione-in-ucraina/#
Terza Convenzione di Ginevra del 1949, testo integrale reperibile sul sito del Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova – https://unipd-centrodirittiumani.it/it/archivi/strumenti-internazionali/convenzione-iii-relativa-al-trattamento-dei-prigionieri-di-guerra-1949