L’azione delle Nazioni Unite per una risposta globale alla questione dei rifugiati
Global Compact on Refugees
Approfondimento n. 1/2019
Il Global Compact on Refugees (GCR) è un patto globale, o meglio un piano d’azione condiviso tra gli attori della comunità internazionale, per fronteggiare in modo coordinato la situazione dei rifugiati a livello mondiale. Si tratta di un documento adottato a larga maggioranza dall’Assemblea generale dell’ONU, e annesso al Rapporto annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), approvato con la risoluzione 73/151 del 17 dicembre 2018 (181 voti favorevoli, 2 contrari – Ungheria e USA – e 3 astensioni – Eritrea, Liberia, Libia).
Il documento si apre con il riconoscimento della situazione dei rifugiati quale preoccupazione comune dell’umanità e della necessità di una maggiore condivisione delle responsabilità attraverso un rafforzamento della cooperazione internazionale. In quanto risoluzione dell’Assemblea generale, il GCR è giuridicamente qualificabile come atto non vincolante che pone degli obiettivi per gli Stati e i principali attori internazionali. Tali obiettivi sono: alleggerire la pressione sui Paesi di prima accoglienza, promuovere il ritorno all’autonomia dei rifugiati, migliorare l’accesso a soluzioni durevoli, supportare il miglioramento delle condizioni dei Paesi di origine. Proprio quest’ultimo punto viene sottolineato come elemento imprescindibile dell’azione internazionale tesa a eliminare alla radice le cause dei movimenti forzati di persone.
La seconda parte del GCM delinea un Comprehensive Refugee Response Framework (CRRF) attraverso la definizione di un programma d’azione e del suo follow-up. Il primo aspetto riguarda la previsione e razionalizzazione dei contributi, di carattere economico e tecnico, e degli interventi per assistere gli Stai più colpiti, in linea con il principio dell’equa distribuzione delle responsabilità. Gli Stati hanno la responsabilità primaria in tutte le fasi di azione: accoglienza e assistenza, da un lato, da realizzare tenendo in considerazione le esigenze di protezione delle persone e della complementare necessità di sicurezza nazionale, tenendo sempre in debita considerazione le esigenze specifiche dei più vulnerabili, dunque meritevoli di particolare attenzione; integrazione, dall’altro lato, quale elemento da conseguire con il supporto della comunità internazionale e la partecipazione dei rifugiati stessi nelle aree chiave (formazione, inserimento al lavoro, servizi sanitari, valorizzazione delle donne e dei bambini, accesso alle risorse naturali, alimentazione, stato civile, lotta all’apolidia, promozione di relazioni pacifiche tra le comunità).
Un ulteriore obiettivo del GCR è quello di facilitare l’accesso alle soluzioni durevoli, quali il rimpatrio volontario, il reinsediamento, l’integrazione nel Paese di approdo. Tali soluzioni necessitano di percorsi coordinati a livello globale e UNHCR ha il compito di fornire assistenza e supporto in tutte le fasi.
L’ultima parte del documento è dedicata al processo di attuazione e monitoraggio degli impegni. In tal senso, viene creato un meccanismo istituzionale specifico con il compito di verificare lo stato d’attuazione del GCR. Viene pertanto istituito il Global Refugee Forum, da tenersi ogni quattro anni, accompagnato dai meeting di alto livello, da convocare ogni due anni. Insieme a questi, il Rapporto annuale dell’UNHCR dovrà valutare il livello di attuazione degli impegni. A tal proposito, nel 2019 l’UNHCR dovrà sviluppare degli indicatori per misurare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi.
Il Global Compact sui rifugiati, pur se giuridicamente non vincolante, rappresenta il punto di partenza di un processo internazionale, basato sul rispetto dei diritti umani e sull’equa distribuzione delle responsabilità, finalizzato a migliorare l’assistenza ai rifugiati e agli Stati che accolgono tali persone, attraverso l’individuazione di obiettivi comuni. In quest’ottica, il GCR può essere un importante punto di partenza per l’azione internazionale, troppo spesso limitata da una confusione con il più generale fenomeno della migrazione internazionale, e una cornice giuridico-istituzionale all’interno della quale gli Stati si confrontano per promuovere in modo coordinato i diritti dei rifugiati e fornire risposte adeguate alle problematiche che tali persone devono affrontare.
Gianfranco Gabriele Nucera
Assegnista di ricerca in Diritto internazionale