L’impatto dell’inquinamento atmosferico sul pieno godimento del diritto ad un ambiente salubre e sostenibile
Report on clean air and the right to a healthy and sustainable environment
Approfondimento 12/2019
Il primo report del neoeletto Special Rapporteur on human rights and the environment David R. Boyd, presentato a seguito della consultazione intrapresa con Stati, organizzazioni internazionali, rappresentati della società civile e altri stakeholders di rilievo, si incentra sull’obbligo di assicurare la qualità dell’aria e dell’ambiente atmosferico, quale elemento essenziale per soddisfare pienamente il diritto alla vita, il diritto alla salute, nonché il diritto di accesso all’acqua e al cibo, e ad adeguati standard di vita.
Quest’ultimi sono infatti considerati all’inizio del rapporto come diritti riconosciuti globalmente, essendo previsti, sebbene in forme diverse, all’interno di numerosi accordi internazionali e regionali quali la Carta africana dei diritti umani e dei popoli (art. 24), il Protocollo di San Salvador alla Convenzione americana dei diritti umani (art. 11), la Carta araba dei diritti umani (art.38), e la Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale. Inoltre, più di 100 Stati hanno riconosciuto esplicitamente tali diritti all’interno delle proprie costituzioni, ovvero in legislazioni nazionali ambientali, supportati anche dalla progressiva affermazione da parte delle Corti nazionali in sede di giudizio.
Sebbene nel report vengano citate alcune good practices, tese ad un miglioramento della situazione ambientale in alcuni Paesi grazie ad azioni legislative e politiche, si evidenzia che in alcuni Stati, soprattutto quelli a basso e medio reddito, la qualità dell’aria è tuttoggi degradata sia a causa dell’inquinamento ambientale sia dell’inquinamento prodotto dalle attività domestiche. Ciò, non solo è di notevole impatto sull’ecosistema e la biodiversità, ma comporta anche numerosi problemi di salute, che colpiscono in particolar modo categorie maggiormente vulnerabili quali i bambini, le donne, gli anziani e le persone povere, e si stima siano causa della morte prematura di circa 7 milioni di persone l’anno.
In tal senso, in linea con alcuni obiettivi e target presenti nei Sustainable Development Goals, quali l’obiettivo 1, 6, 9 e il 13, lo Special Rapporteur invita gli Stati ad attuare il prima possibile azioni al fine di tutelare gli individui da tali effetti nocivi, rispettando i doveri sostanziali e procedurali inclusi nei Framework principles on human rights and enviroment, una raccolta di linee guida proposte dal suo predecessore. Tali principi includono sette azioni chiave atte ad assicurare i diritti connessi alla qualità dell’aria e dell’ambiente: monitorare la qualità dell’aria e l’impatto sulla salute umana; valutare le cause dell’inquinamento atmosferico; rendere pubbliche le informazioni; stabilire legislazioni, regole, standard e politiche mirate; sviluppare dei piani di azione a livello locale e nazionale; attuare le misure stabilite; valutare i progressi e dove necessario provvedere a misure maggiormente stringenti.
Ludovica Di Lullo
Dottoranda di ricerca in Diritto pubblico, comparato e internazionale
Report on clean air and the right to a healthy and sustainable environment